argomento delicato
3 partecipanti
118 Pescara :: 118 :: Infermieri
Pagina 1 di 1
argomento delicato
Salve a tutti, quello di cui vorrei discutere è un argomento molto delicato che riguarda tutti, non di meno chi come noi (e voi in particolar modo più di me) lavora in ambito sanitario e/o nel soccorso: l'evento morte.
Nella tesi (per chi non lo sapesse sto facendo la tesi sull'infermiere di elisoccorso e la base di Pescara, ed in particolare alcuni infermieri con il coordinatore mi stanno aiutando tantissimo) ho parlato anche del benessere psicologico dei soccorritori e ovviamente del burn-out, nel quale è implicata comunque anche la morte, sia per quanto riguarda le persone soccorse, ma talvolta anche degli stessi soccorritori.... Cosa ne pensate voi?
Io da studentessa non ho particolare esperienza e vorrei un parere da chi opera nel campo ovviamente da più anni rispetto a me......
kissssss a tutti
Nella tesi (per chi non lo sapesse sto facendo la tesi sull'infermiere di elisoccorso e la base di Pescara, ed in particolare alcuni infermieri con il coordinatore mi stanno aiutando tantissimo) ho parlato anche del benessere psicologico dei soccorritori e ovviamente del burn-out, nel quale è implicata comunque anche la morte, sia per quanto riguarda le persone soccorse, ma talvolta anche degli stessi soccorritori.... Cosa ne pensate voi?
Io da studentessa non ho particolare esperienza e vorrei un parere da chi opera nel campo ovviamente da più anni rispetto a me......
kissssss a tutti
Giappy- Messaggi : 5
Data di iscrizione : 07.02.09
Località : prov. Cagliari
l'incontro con la morte
nella società che viviamo la morte è una eventualità tanto presente quanto rimossa. il caso englaro, le cellule staminali, l' accanimento terapeutico ma anche la proliferazione degli interventi di lifting, le liposuzioni etc etc dicono di una ossessione per la vita nel vano tenativo di liberarla dalla morte.
ed invece quest'ultima è un elemento, l'ultimo elemento, della vita. nel senso che la vita la comprende naturalmente e totalmente.
il lavoro che svolgiamo ci pone quotidianamente davanti alla morte degli altri. la naturale permeabilità umana ci obbliga al suo assorbimento: la morte di ogni paziente ci attraversa costituendoci inevitabilmente. siamo il risultato di tutte le esperienze cui scegliamo di partecipare ma anche, inevitabilmente, di tutte le morti che ci capita di assistere.
quello che quotidianamente diveniamo lavorando, è anche l'effetto di una continua relazione con la morte.
se pensiamo che l'abitudine alla morte possa in un certo senso garantirci, ci sbagliamo: alla morte non ci si abitua. neanche noi che la incrociamo spesso!
se non c'è abitudine però, può senz'altro esserci presa di coscienza e quindi una certa libertà di parola, un impegno ad affrontare l'argomento, il rifiuto di ogni ipotesi di una sua rimozione.
parlare laicamente di morte vuol dire parlare di sé e degli altri con coraggio e comprensione, vuol dire aprire alla diversità, alla paura e a tutto quello che in genere consideriamo "innominabile".
ed invece quest'ultima è un elemento, l'ultimo elemento, della vita. nel senso che la vita la comprende naturalmente e totalmente.
il lavoro che svolgiamo ci pone quotidianamente davanti alla morte degli altri. la naturale permeabilità umana ci obbliga al suo assorbimento: la morte di ogni paziente ci attraversa costituendoci inevitabilmente. siamo il risultato di tutte le esperienze cui scegliamo di partecipare ma anche, inevitabilmente, di tutte le morti che ci capita di assistere.
quello che quotidianamente diveniamo lavorando, è anche l'effetto di una continua relazione con la morte.
se pensiamo che l'abitudine alla morte possa in un certo senso garantirci, ci sbagliamo: alla morte non ci si abitua. neanche noi che la incrociamo spesso!
se non c'è abitudine però, può senz'altro esserci presa di coscienza e quindi una certa libertà di parola, un impegno ad affrontare l'argomento, il rifiuto di ogni ipotesi di una sua rimozione.
parlare laicamente di morte vuol dire parlare di sé e degli altri con coraggio e comprensione, vuol dire aprire alla diversità, alla paura e a tutto quello che in genere consideriamo "innominabile".
Re: argomento delicato
Grazie Lorenzo. Ho apprezzato molto la tua risposta, e forse ho sbagliato a mettere quest'argomento nella categoria infermieri, ma sarebbe stata più indicata la categoria generale. infatti avrei gradito una risposta ed un parere oltre che da parte degli infermieri (dei quali solo tu mi hai risposto) anche da parte di altre persone che ogni giorno hanno a che fare col soccorso. purtroppo, ripeto, solo tu mi hai risposto, e mi spiace non poter sapere il parere di altre persone.
un grosso abbraccio
sara
un grosso abbraccio
sara
Giappy- Messaggi : 5
Data di iscrizione : 07.02.09
Località : prov. Cagliari
argomento delicato
ciao giappy,sono sorpresa dell'argomento che hai affrontato.
e' un argomento delicato,particolare,molto "nostro".
dico nostro perche' fa parte sempre, nel lavoro ,
nella ns vita privata.
non la si deve demonizzare.
ciao da una collega che a 30 gg di vita e' stata in coma!
ciao valeria
e' un argomento delicato,particolare,molto "nostro".
dico nostro perche' fa parte sempre, nel lavoro ,
nella ns vita privata.
non la si deve demonizzare.
ciao da una collega che a 30 gg di vita e' stata in coma!
ciao valeria
valeria- Messaggi : 3
Data di iscrizione : 13.02.09
118 Pescara :: 118 :: Infermieri
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.